Lettera aperta ai cittadini: sul caso Diciotti hanno vinto Loro
Cari cittadini,
credo che la vicenda dell’approvazione a procedere sul Ministro dell’Interno riguardi ognuno di Noi, ben al di là di una semplice bega tra fazioni partitiche e di laconici “singolar tenzone” sui social.
Non ho alcuna intenzione di entrare nel merito del voto a procedere, se sia giusto o sbagliato. Invece vorrei invitare tutti Noi a fermarci solo pochi minuti, per guardare con più attenzione l’atteggiamento che i “nuovi amministratori” stanno avendo nei confronti di chi li ha votati e di Noi tutti. Perseverano nella ormai decennale giostra delle parole inzuccherate alle bocche degli imbecilli, che, secondo loro, saremmo noi.
L’amara sorpresa è che a giocare i gettoni della giostra sono proprio quelli che gridavano “Cambiamento”, “fine della Casta”, “tramonto della vecchia Retorica”.
E’ strano il dibattito a cui stiamo assistendo sui social, in tv, sui giornali: “Non intendo sottrarmi al giudizio” “Ritengo che l’amministrazione a procedere debba essere negata” – Salvini (Lega). “Il processo andrebbe fatto” “ma non è giusto” – Alessandro Di Battista (M5S). “Crediamo pienamente nella magistratura, ma tutto diventa complicato e probabilmente ci sarà qualche colpo di scena” – Francesco D’Uva (capogruppo alla Camera – M5S). Colpi di scena? Ma di cosa stiamo parlando? Forse del copione di un film visto e rivisto, ma che tanti cittadini speravano non andasse più in onda. Eppure eccola qui la vecchia retorica, degna della “politica da Prima Repubblica”, quella con cui si diceva tutto il contrario di tutto per non dire niente, avendo così l’approvazione di tutti, in qualunque caso.
Né Lega né Movimento 5 Stelle stanno resistendo al fascino di questo carrozzone mediatico. E così noi cittadini siamo ancora le palline da flipper, sballottate tra un giro e l’altro di retorica, quella che volevano abbattere urlando al cambiamento.
Ce lo ricordiamo il programma elettorale del Movimento 5 Stelle? Si può ancora scaricare dal sito ufficiale. Il capitolo “Giustizia” (votato da 122mila iscritti – dati del sito) a pagina 16 cita testualmente: “il reato di immigrazione clandestina, è una norma inutile e dannosa perché non scoraggia l’arrivo di immigrati irregolari. Una norma solamente demagogica che è servita per la propaganda, contrastata da magistrati, avvocati ed operatori della sicurezza”.
E sui PROCESSI? Ce lo ricordiamo cosa diceva, anzi cosa dice il programma del Movimento? Nel capitolo “Affari Costituzionali” (votato da 75mila iscritti) a pagina 4 si legge: “E’ necessario combattere gli eccessi e i privilegi della classe politica. Il Movimento è l’unica forza politica credibile su questo punto. Vorremmo intervenire su tutte quelle prerogative parlamentari che oggi sottraggono deputati, senatori e ministri, dall’applicazione della giustizia”.
Promesse al vento insomma, nulla di diverso da quanto abbiamo visto negli ultimi 20 anni.
Nessuno invece ha parlato a noi sprovveduti cittadini, secondo loro, del vero senso della cosiddetta “immunità parlamentare”. E’ vero, fu inserita nella Costituzione, che veniva scritta nel 1947 dalle ceneri del ventennio fascista, durante il quale il Tribunale speciale del Fascismo in soli dieci anni processò 10mila 693 persone e ne condannò 4mila 500, di cui 978 per reati politici. Neanche Ministri e Deputati furoni risparmiati: Giulio Alessio, Giuseppe Paratore, Vito Luciani, Sandro Pertini. Questo era il senso dell’Immunità parlamentare nell’immediato Dopoguerra.
La legge, però, cambia e si evolve al passo coi tempi e con la società. Non è forse un caso, infatti, che la prima riforma dell’immunità parlamentare sia arrivata nel 1993, dopo gli scandali di Tangentopoli. Quando Noi cittadini “abbiamo scoperto” che anche deputati e ministri possono essere processati, per carità non per idee opposte e sovversive come nel fascismo, ma per “normali reati” penali, civili e amministrativi. Si diceva che il 1993 fosse la fine dei partiti della cosiddetta Prima Repubblica, quella della stessa vecchia retorica, con cui si dice (ancora) tutto il contrario di tutto per non dire niente, e tutti hanno ragione, secondo loro.
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Se anche tu come cittadino ti senti preso in giro, indipendentemente dal tuo colore politico, aiutarmi a farla girare, RICONDIVIDI.
Sono il primo a pensare che le proteste non si fanno su internet, ma oggi anche le reazioni Social hanno un peso non indifferente, specialmente verso alcune realtà politiche.
Ps. Chi vuole può sottoscrivere questa lettera commentando qui sul sito e man mano aggiornerò l’elenco.
Marco Giordano
Spero che questo sis solo un brutto sogno,una parentesi squallida e amara della nostra democrazia,è penoso per tutti i cittadini vivere in un caos di valori e di progettualità nel futuro