Andrea Baranes: non con i miei soldi
(19 giugno 2012)
- sappiamo cos’è una banca e come opera?
- esiste un meccanismo di ridistribuzione di risorse?
- che si intende per attività speculativa delle banche?
- swap, derivati, titoli tossici: facciamo chiarezza?
- che cos’è Banca Etica e come funziona?
Ne parliamo con Andrea Baranes, che lavora alla Campagna per la Riforma della Banca Mondiale in qualità di responsabile per le campagne su banche private e finanza, promotore della campagna “Non Con i Miei Soldi”, fondatore e portavoce della Fondazione Culturale di Banca Etica; scrive per il sito di informazione “Osservatorio sulla Finanza”, Sbilanciamoci, Zerozerocinque.
La banca: una figura mistica di questa crisi finanziaria. Leggiamo delle banche su tutti i titoli di giornali, in migliaia di blog; sono sulla bocca di tutti.
Andrea, in poche semplici parole, cos’è una banca e come opera? Insomma, qual è il suo ruolo nella società, o almeno quale dovrebbe essere?
Le banche dovrebbero raccogliere il risparmio per erogare prestiti, o, in altre parole, essere il luogo di incontro tra chi ha disponibilità di denaro e chi ne ha necessità per le proprie attività.
Più nel dettaglio, le banche assolvono essenzialmente due funzioni: da una parte mettono a disposizione dei loro clienti tutta una serie di strumenti per gestire il denaro (dal bancomat ai servizi on-line), dall’altra devono valutare il rischio di ogni prestito che concedono, ovvero il merito creditizio dei richiedenti. Le banche svolgono un ruolo centrale nella società. Possono decidere come e dove allocare i capitali ricevuti dai clienti e dai risparmiatori.
Quindi a fine mese noi, i nostri genitori, familiari e amici, andiamo a depositare fisicamente i nostri soldi sui conti correnti. I capitali bancari sono continuamente alimentati dai nostri conti in banca, la quale poi distribuisce di nuovo i profitti sul territorio a tutti noi lavoratori.
Sei d’accordo con questa descrizione? No. Dovrebbe essere così. Oggi non solo questo non avviene, la gran parte delle risorse che circolano sui mercati finanziari non sono in alcun modo legate ad attività nell’economia “reale”. In diversi ambiti finanziari, le attività speculative sono ormai la stragrande maggioranza delle operazioni realizzate.
Chiariamo con un esempio…?
I beni e i servizi importati ed esportati nel mondo tra diverse nazioni ammontano a 20.000 miliardi di dollari all’anno. Il commercio di valute ha superato i 4.000 miliardi di dollari al giorno. Questo significa che circola più denaro in soli 5 giorni sui mercati finanziari che in un intero anno nell’economia reale, ovvero che circa il 99% delle operazioni sul mercato delle valute non è legato a beni e servizi prodotti e scambiati. Sono unicamente soldi che inseguono soldi per fare altri soldi.
Con processi di questo genere, noi clienti e risparmiatori delle banche mettiamo per cosi dire la “materia prima” che poi alimenta la speculazione.
Oggi le banche sono capaci di commerciare miliardi di titoli e azioni in meno di un minuto, e quindi possono spostare montagne di milioni di euro al minuto.
Questa affermazione è falsa?
Invece è verissima. Purtroppo molte operazioni non avvengono nemmeno più sulla scala di minuti, né di secondi, ma di millesimi di secondo. Oggi negli USA il 70% delle operazioni è gestito direttamente da computer, senza nessun intervento umano. In Europa questa percentuale è “solo” del 40%. Parliamo dell’ High Frequency Trading, o commercio ad alta frequenza. Operazioni realizzate nell’arco di pochi millesimi di secondo alla ricerca esasperata di oscillazioni nel valore di titoli, valute, strumenti finanziari in modo da estrarre profitti in ogni transazione. Gigantesche scommesse che esasperano l’instabilità e la volatilità sui mercati. Proprio quello che cercano gli speculatori, che si nutrono dell’oscillazione dei prezzi. In altre parole da una parte la speculazione genera instabilità sui mercati, dall’altra guadagna proprio da questa stessa instabilità.
Quindi anche le banche sono diventate veri e propri speculatori finanziari?
E’ vero… una buona parte del mondo bancario ha quasi completamente perso il proprio “ruolo sociale” al servizio delle attività economiche, per trasformarsi in uno dei principali agenti della speculazione. Questo avviene perché in molti casi gran parte dei finanziamenti accordati non sono più destinati a famiglie e imprese, ma a soggetti operanti nella speculazione, come hedge fund e fondi di private equity.
Certo, il mondo finanziario non è completamente bianco o completamente nero. Troviamo banche in forma cooperativa che promuovono un modello di finanza eticamente orientata; e poi ci sono gli squali della finanza, che si muovono tra paradisi fiscali con operazioni ad alta velocità e continue scommesse su qualsiasi cosa possa generare un profitto, dal prezzo del cibo o del petrolio al possibile fallimento di interi Paesi.
C.D.S., swap, prodotti derivati. Che cosa sono? Come si è passati da un concetto di assicurazione per gli investitori, ad un pretesto per frenetiche scommesse di mercato?
Parliamo di strumenti che solo una ventina di anni fa non esistevano e che oggi hanno un volume della ricchezza “reale” dell’intero pianeta. I Credit Default Swaps, o CDS, sono dei contratti che permettono di assicurarsi contro il fallimento di un soggetto terzo. Se possiedo delle azioni di mercato, posso assicurarle acquistando un CDS. In caso di default e mancato rendimento delle azioni possedute, ho diritto al rimborso.
Funzionano come un’assicurazione, proprio come quelle contro il furto e l’incendio della mia automobile. Rispetto a un’assicurazione, con i CDS esiste una differenza sostanziale. Nell’economia “reale” non posso acquistare una polizza di beni che non mi appartengono. Il motivo è evidente: se avessi un’assicurazione incendio sulla casa del mio vicino, e qualcuno le desse fuoco, io avrei solo da guadagnarci.
E’ proprio ciò che invece succede nella finanza. Posso allora comprare queste “assicurazioni” contro il fallimento di un Paese. Se la situazione nel Paese peggiora aumenta il rischio di fallimento; e se avevo comprato il CDS a poco prezzo, quando l’eventualità di un fallimento era più remota, posso allora rivenderlo a un prezzo più alto, guadagnando sulle difficoltà altrui. Gigantesche scommesse contro interi Stati esasperano l’instabilità sui mercati, il che non fa che attrarre nuovi squali finanziari.
Bisogna salvare le banche. Oggi è la priorità di tutte le Nazioni, Inghilterra, Francia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed anche della stessa Italia.
Alla fine dei conti, è tutto collegato: dalla grande finanza speculativa al portafoglio del singolo cittadino italiano.
E’ una fesseria di un complotto mondiale tutto inventato?
Personalmente non credo all’esistenza di un complotto, ma non per questo la realtà è meno preoccupante, anzi. Siamo immersi da oltre trent’anni in un pensiero unico, il neoliberismo, assunto a vero e proprio dogma. I mercati sono efficienti per definizione, lo Stato deve farsi da parte e lasciarli liberi di agire, meno regole, meno controlli, meno vincoli. E’ l’applicazione indiscriminata di tali principi ad averci condotto alla crisi degli ultimi anni, e, in maniera forse ancora più grave, oggi ci vengono proposte – o meglio imposte – le stesse soluzioni. Questo scaricala crisi dalla finanza sugli Stati,provocando a un ulteriore smantellamento del welfare e dei diritti acquisiti.
Per uscire da questo stato di cose, ancora prima di nuove regole in ambito finanziario è necessario un cambiamento culturale, per aprire una nuova fase economica e sociale.
Andrea, che cos’è Banca Etica?
Banca Etica è una banca che offre tutti i servizi degli altri istituti: dai conti correnti al bancomat, all’internet banking e dintorni. Nello stesso momento ci sono alcune differenze fondamentali con le altre banche. Una su tutte: Banca Etica pubblica sul proprio sito internet l’elenco di tutti i finanziamenti erogati ad associazioni, cooperative e altre persone giuridiche. Opera quindi con la massima trasparenza, sfatando nei fatti il mito del “segreto bancario”, in base al quale gli altri istituti non ci dicono come vengono impiegati i nostri soldi. Non ha alcun rapporto con i paradisi fiscali, non specula con i derivati e via discorrendo.
Banca Etica è stato l’unico istituto in Italia a dichiarare di volere rifiutare i soldi provenienti dallo scudo fiscale, attuato dal passato governo Berlusconi. I settori che vengono finanziati vanno dalla cooperazione sociale a quella internazionale, dall’agricoltura biologica alle rinnovabili ad altri ancora.
Sorprendente! E’ ancora un sogno, o il progetto è già in uno stato avanzato?
Banca Etica oggi è di proprietà di oltre 37.000 soci tra persone fisiche e giuridiche. Nessuno può detenere più dello 0,5% del capitale sociale della banca, e tutti possono partecipare con uguali diritti alle assemblee e alla vita della banca. I soci sono riuniti in circoscrizioni locali sul territorio che eleggono dei propri rappresentanti, per favorire ulteriormente la partecipazione e i legami con i territori di riferimento.
In altri termini, Banca Etica è un esempio concreto del fatto che è possibile intendere la finanza come uno strumento per promuovere il bene comune, agendo nell’interesse dell’insieme della società, applicando dei principi di mutualità, lavorando con la massima trasparenza. Per clienti e risparmiatori una possibilità, oggi l’unica in Italia, di sapere euro per euro come vengono impiegati i loro risparmi.
Quali cambiamenti può portare il progetto di Banca Etica, e quanto possono incidere sull’intero sistema?
I numeri di Banca Etica sono ovviamente molto piccoli, per pensare che possa rappresentare un motore in grado di cambiare gli equilibri finanziari. Nello stesso momento, come accennato, è una soluzione concreta per clienti e risparmiatori e un riferimento per il mondo bancario.
Negli USA dal movimento Occupy Wall Street e da altre reti e organizzazioni è nato il progetto Move Your Money, sposta i tuoi soldi. La campagna si pone come obiettivo di fare riflettere le persone su quanto i risparmi degli statunitensi, una volta incanalati nei maggiori gruppi bancari, contribuivano ad alimentare speculazione e instabilità. Secondo i promotori del Move Your Money Project, negli ultimi anni milioni di cittadini Usa hanno tolto i loro soldi da questi gruppi bancari, per spostarli sulle Credit Unions, istituti di dimensione relativamente piccola, radicati sul territorio.
Le cifre in gioco sono comunque piccole rispetto alle masse che circolano sui mercati finanziari, ma si tratta di un segnale importante. Oggi occorre un passaggio culturale: come vengono usati i soldi che noi immettiamo nel circuito finanziario? Se iniziamo tutti insieme a pretendere la massima trasparenza dalle banche e dagli altri attori finanziari, possiamo cambiare le cose, dal basso. Banca Etica è una risposta concreta per chi, di fronte al perdurare di speculazione e crisi finanziaria, voglia dire: non con i miei soldi.
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Marco Giordano
Non fatevi ingannare dall'abito elegante. Non sono un monaco, però mi ribattezzo "Data Rider": un Tomb Rider profana le tombe, io scavo tra i dati tombati nei polverosi archivi delle Pubbliche Amministrazioni. Possono raccontarci molto più della propaganda e delle chiacchiere, quelle di chi fa il monaco senza nemmeno l'abito. Giornalista economico, datajournalist. Laureato in Economia e Commercio all'Università degli studi di Salerno, specializzato in Economia Regionale e Pianificazione Urbana.